Per affrontare il rientro in Italia ho voluto pianificare tutto con estrema precisione, un po' perché da brava Vergine maniaca necessito di avere sempre tutto sotto controllo, un po' perché nessuno può sottrarsi alla morsa del perfezionismo tedesco. Nessuno tranne G., naturalmente.
Ormai sicura da anni che il mio aspetto non sia calamita nefasta verso finanzieri e forze dell'ordine in generale, procedo spedita verso l'uscita che sta per condurmi a Berlino. Non sono mai stata un particolare stacco di gnocca, ma nemmeno una punk disadattata della Rigaerstraße. Eppure, forse ingannato dalle occhiaie, forse dall'andatura poco principesca o dallo sguardo smarrito (all'aeroporto di Alghero basta un niente per perdersi), un carabiniere appostato prima del banco mi ferma con l'aria di chi sta per buttarlo nel culo a qualcuno, chiedendomi il documento di identità.