Cronache di una Migrante nasce nel 2016, ma è a 22 anni che sono emigrata per la prima volta (parecchi anni prima, per così dire). Dovevo partire per la specialistica in una lontana nordica terra: il Veneto. Mia madre si raccomandava sempre di comprare scarponcini imbottiti da neve, piumino in vera piuma d’oca e calzettoni grossi di lana, per proteggermi dal freddo (e dal sesso), che lì c’è freddo, ci sono le montagne. Ero giovane e inesperta, e mia madre aveva ragione. Fastidiosamente ragione.
Nonostante i suoi vari richiami per tornare a casa, che si protraggono ormai da 10 lunghi anni, resisto imperterrita nel condurre la mia esistenza lontano dal mare e dal sole. Sadico masochismo? Forse. Il fatto è che la prima emigrazione è sempre un po’ pericolosa, può creare dipendenza. Una volta che cominci, non puoi più smettere. Almeno, per me è stato così. E un po’ me la sono anche dovuta far piacere visto che trovare lavoro dalle mie parti è facile come prendere un Nobel.
Insomma, per questi e altri motivi ho dovuto proseguire nell’esplorazione esasperata di altre nordiche terre: Francia, Irlanda, Gran Bretagna, per approdare infine (?) nella più fredda di tutte. La Germania.
Oggi vivo a Berlino e sono felice. Quanto durerà? Non lo so, ma è questo il bello.
Vorrei che le mie Cronache di una Migrante fossero uno stimolo non troppo serio per chi vorrebbe partire, chi vuole restare, chi non sa che fare, o chi semplicemente desidera immergersi qualche minuto tra le sfighe e le gioie di chi è perennemente diviso tra l’amore per la propria terra e la voglia di vedere realizzati i sogni di una vita, che purtroppo, per qualche oscura ragione, pare si possano avverare solo a 1.752 chilometri da casa.
(Se per caso vi chiedeste se faccio un lavoro serio nella vita, oltre a scrivere nel blog, la risposta è sì, e questo è il link Ivy Business Development).