Weekend ad Hannover: cosa fare e cosa vedere

Durante il nostro weekend ad Hannover è stato bello constatare come anche da questa parte del mondo sia assolutamente normale godere di giornate plumbee, pioggerelle sparse e in generale tanta tristezza.

Si vede proprio scritto sulle facce delle persone, che non ne possono più delle scelte meteorologiche del padre eterno. Una piccola tregua, un trattato di pace temporanea, qualche raggio con la condizionale: niente.

Visitare Hannover

A prescindere da ciò, una volta sbrigate le faccende burocratiche che ci hanno portato ad Hannover, abbiamo deciso di dedicarci alla visita della città, con la stessa inguaribile curiosità di sempre, nonostante il tempo di merda.

Per prima cosa, una passeggiata tra gli eleganti palazzi in zona Waterloo, dove abbiamo scoperto i resti dell’antica sinagoga, per poi procedere sul lungofiume, in direzione centro storico.

Purtroppo anche ad Hannover è toccato il tragico destino della maggior parte delle città tedesche: durante la seconda guerra mondiale, infatti, non è stata risparmiata dai bombardamenti. Il che lascia totalmente all’immaginazione del visitatore l’arduo compito di fantasticare sulle forme del passato.

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Tra i pochi sopravvissuti, alcune casette con struttura esterna in legno tipica di queste parti: si stagliano alte verso il cielo, così geometriche, così longilinee e perfettamente disegnate.

Una città medievale

Se ci si estranea un momento dai suoni della modernità, questa parte di città vecchia ha il potere di catapultare la mente in epoche lontane: immedesimatevi in quel contesto cittadino remoto. Si possono sentire ancora il vociare dei bottegai e il rumore dei ferri del mestiere delle corporazioni medievali.

Di questo piccolo angolo di mondo si è conservato troppo poco, eppure stupisce, incanta, ammalia con il suo essere così assurdamente romantico.

Superata la piazza della cattedrale, circondata da portici come in tante nostre città, ci si immerge nella parte più attiva di Hannover, le vie della frenesia e dello shopping.

Sarà che siamo capitati proprio nei giorni del Black Friday, sarà che qui il benessere è visibile e si può toccare con mano: in ogni caso, le vie dei negozi brulicavano di gente, una fiumana di gente ovunque, gente ricolma di acquisti dappertutto.

Una situazione un po’ ansiogena, al che ci siamo guardati in faccia, e per integrarci appieno nelle tradizioni locali, ci siamo sacrificati al dio del consumismo anche noi.

Shopping consapevole

Non essendo amanti delle grosse catene, siamo andati alla ricerca di qualcosa di particolare ma sostenibile. E con nostra grande sorpresa, è apparso davanti ai nostri occhi il sogno di qualsiasi essere umano normale: il FairKauf.

Quattro piani di negozi dell’usato, dove si può trovare davvero di tutto, e non sto parlando di cianfrusaglie smunte o sciupate dal tempo. Ho passato le ore a contemplare ogni singolo servizio da tè e da caffè, erano tutti troppo belli e troppo economici per poter essere veri.

La tazzina più costosa che ho trovato costava 50 centesimi, il set completo con piattino e piatto da dolce, al massimo 2 euro. Non era destino purtroppo, zaini troppo piccoli per poter essere caricati con questi gioiellini così fragili.

Abbiamo ripiegato su un libro e una versione del 1984 del Trivial Pursuit, perfettamente integra e pagata ben 4 euri. L’acquisto dell’anno. D’altronde, winter is coming anche per noi.

I giardini reali di Herrenhausen

Lasciata da parte la vena materialistica, arriva infine il momento culturale, con la visita ai giardini reali di Herrenhausen. Ecco, se state programmando un weekend ad Hannover, evitate magari di andarci a fine novembre.

Belli erano belli, ma come si può evincere dalla parola stessa, i giardini sono prerogative primaverili, mentre adesso, solo una distesa enorme di alberi spogli e fango.

Questo non ci ha impedito comunque di poterne godere appieno. D’altronde, schiere di re e regine ci hanno passeggiato per secoli, sia che ci fosse l’umidità ai massimi storici, l’aria leggermente frizzante, o la neve alta due metri.

Anche perché, diversamente, vivendo in Germania, si sarebbero dovuti rassegnare a stare chiusi in casa per sempre.