Per affrontare il rientro in Italia ho voluto pianificare tutto con estrema precisione, un po' perché da brava Vergine maniaca necessito di avere sempre tutto sotto controllo, un po' perché nessuno può sottrarsi alla morsa del perfezionismo tedesco. Nessuno tranne G., naturalmente.
Un ragazzo mi si mette a fianco ed esordisce con un normale "Entschuldigung", che sarebbe "scusa". Sarà l'ennesimo fattone che gira intorno alla Frankfurter Allee a chiedere spiccioli e non mi sforzo di camuffare la faccia della morte. Dura tutto una frazione di secondo, il mio interlocutore non è un punkettone disperato perciò gli concedo il beneficio del dubbio. Sarà uno di quegli avvoltoi delle associazioni che si appostano fuori dai supermercati per raccogliere firme.
Io e G. ci guardiamo. Manchiamo dai banchi della Chiesa da parecchie lune, e considerato lo sbattimento che si sono presi per ricostruire la cattedrale di Santa Edvige dopo i bombardamenti, sarebbe un peccato sfidare l’architettura con la nostra presenza notoriamente poco devota.