Il giudizio di Persefone di Giulia Calligola
Vi piacerà se:
- vi incuriosiscono le rivisitazioni in chiave contemporanea di miti classici
- non vi danno fastidio le rivisitazioni in chiave contemporanea di miti classici
- state cercando una lettura appassionante e leggera
- apprezzate le storie d’amore un po’ anticonformiste
- vi siete stancati di eroi ed eroine credibili quanto una banconota da 16 euro
Potrebbe non piacervi se:
- avvampate di fronte a scene erotiche e sentite la necessità di un bagno nell’acquasantiera dopo aver pensato o compiuto atti indecorosi
- siete alla ricerca di protagonisti prevedibili che fanno e dicono cose prevedibili
- il vostro canone di lettura ideale comprende l’esistenza di un uomo onnipotente da cui dipende la vita della propria compagna, improvvisamente regredita all’età cerebrale di tre mesi e dunque incapace di compiere qualsiasi tipo di azione con cognizione di causa
Ulteriori considerazioni:
- se siete lettori notturni, assicuratevi di non avere impegni l’indomani mattina sul presto
- la conoscenza del mito è un plus ma non indispensabile
Il giudizio di Persefone è stato una sorpresa fin dalle prime pagine. Interessante, scorrevole, leggero, questo romanzo ha il potere di tenere incollati alla pagina fino a orari improbabili, tanta è la voracità e il bisogno di sapere cosa succederà nel capitolo successivo.
Trama veloce
Persefone studia Giurisprudenza alla Sapienza, incontra Ade a una conferenza (gli dei si sono rivelati agli esseri umani) e questo le propone uno stage negli Inferi. La dea accetta, nonostante le riserve di sua madre Demetra (sorella di Ade e non proprio sua fan numero uno) e a poco a poco si innamora del dio (già follemente innamorato di lei).
La relazione tra Ade e Persefone
Quella tra Ade e Persefone è una storia d’amore avvincente, che si sviluppa con gradualità, senza la pretesa di risolversi a pagina uno. Persefone, dea della primavera e della fertilità, è una ragazza solare e presa benissimo, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza. E come tutte le ragazze solari e prese benissimo, poteva esimersi dall’indossare l’uniforme da infermiera e innamorarsi del musone per eccellenza?
Ade, Dio dei morti, perennemente incazzato o incazzoso (almeno in apparenza), con un’aura di spavento intorno che a nessuno salterebbe in mente di interpellarlo nemmeno per chiedergli l’ora. Tranne a Persefone ovviamente che, come ogni crocerossina che si rispetti, anziché trovarsi un uomo spigliato, sorridente e senza apparenti patologie psicotiche di rilievo, va a cacciarsi tra le braccia di un dio problematico e con più complessi di Edipo. La storia di Persefone è un po’ la storia di tutte noi, campionesse di salvataggio di anime allo sbando.
Divinità poco divine
Più si va avanti nel racconto, più si svelano i tratti umani delle divinità. Ecco allora che tra le pagine del libro incontriamo esseri soprannaturali dotati delle umane debolezze più subdole e che, senza necessariamente correre troppo con la fantasia, possiamo ritrovare in qualsiasi edizione di un qualsiasi telegiornale.
La storia d’amore tra i due dei, se inizialmente sfiora i tratti della perfezione, non manca in realtà di scazzi vari, come avviene d’altronde in qualsiasi coppia normale. In fondo è così che di solito cominciano le relazioni: si tromba, si pensa a quando ci si potrà accoppiare nuovamente, si tromba, si rivive in loop l’ultima trombata, poi arrivano i dubbi, li si risolve a letto, ma poi quelli tornano e bisogna parlarne fuori dalle lenzuola, e così via.
Ma perché “Il giudizio di Persefone”?
Perché durante il suo periodo di stage nel tribunale degli Inferi, Persefone, oltre a contribuire allo smistamento di anime tra Campi Elisi, Tartaro e la città di Dite, si appassiona a un caso controverso a cui, alla fine della storia, darà appunto il suo giudizio. Inesorabile.
Non vi dico di più. Il Giudizio di Persefone va letto e amato e abbracciato e apprezzato individualmente. A me è piaciuto tantissimo e lo consiglio senza dubbio alcuno: Giulia Calligola è una scrittrice emergente di talento e sono felice di essermi imbattuta per caso nel suo romanzo. Il mio giudizio dunque è super positivo, ma resto umile: non vorrei mai scavalcare il Giudice dei Giudici, che dopo le descrizioni dell’autrice, in fondo potrebbe non essere così piombo com’è apparso per millenni.