Maleducati da tastiera

Maleducati da tastiera, una schiera di frustrati cronici che, non sapendo come sfogare i propri dubbi esistenziali, fanno di tutto per danneggiare i propri interlocutori. Senza vergogna.

Non sopportano le persone felici, l’essere soddisfatti è per loro qualcosa di fiabesco, una storiella per bambini. La vita è vendicativa, la vita è dura, è difficile, e poiché credono che non ci sia nulla di più intelligente che gongolarsi in rabbia e depressione, si rivolgono spesso agli altri sbattendosene di cose come il vivere civile e la buona educazione. Da cafoni, insomma.

Tecnologia, arma a doppio taglio

La comodità di poter comunicare in maniera veloce e indolore grazie alle moderne tecnologie, ha fatto sì che in tali soggetti venisse meno la facoltà di filtrare pensieri e azioni, scollegando in maniera irreversibile cervello e mani che scrivono, materia grigia e parole.

Non si spiegherebbe altrimenti come mai, i rapporti epistolari tra impiegati, spesso si concretizzino in mail arroganti e superficiali, prive di grazia e cortesia, che poco ci manca di trovare in allegato insulti in pdf.

Lo scrivente di tali mail, sentendosi protetto dallo schermo e dalle distanze, crede di potersi rivolgere ad altri professionisti alla stregua di figli disobbedienti, che rifiutano le verdure o non vogliono fare i compiti dopo pranzo.

Qualsiasi sia il documento richiesto, la fattura non ancora saldata, le milioni di vite da salvare grazie al suo lavoro d’ufficio, il maleducato da tastiera dimentica che dall’altra parte della barricata c’è una persona tale e quale a lui, che potrebbe ignorare le ragioni oscure per cui è sopraggiunto un disguido nei pagamenti o la compilazione sbagliata di un modulo.

Mancanza di tatto

Nelle sue maniere da schiaffi, il maleducato da tastiera, accosta spesso avverbi e verbi in aperto contrasto tra loro. Come fanno a stare nella stessa frase un termine raffinato come “gentilmente” e un imperativo “categorico”, a tutt’oggi non me lo spiego.

Mi aspetterei di trovare, che so, un condizionale, una pacca amichevole, una strizzatina d’occhio. Invece no, GENTILMENTE inviateci subito il rapporto, CORTESEMENTE pagate la fattura entro tre giorni. Questi ordini mascherati da gentilezze sono come carezze fatte con mani di cactus.

Garbatamente, dammi l’acqua!
Cordialmente, fammi passare!
Affabilmente, alzati!

La presenza di queste attenuanti nel formulare una questione, potrebbe dare l’impressione di avere a che fare con degli stronzi a metà, mediamente cortesi, educati quanto basta.

E invece no. Maleducati da tastiera, voi buttate paranoia, fate venire il malumore, lo fareste venire anche ad Heidi mentre rotola sulle montagne fiorite. Parlare (o scrivere) con prepotenza vi può giusto regalare un attimo da star, facendovi assaporare quel retrogusto amarognolo di cui nutrite il vostro ego solitario.

Se pensate di aver reso il mondo un posto migliore, atteggiandovi a paladini dell’acidità gratuita, perché così credete di esservi fatti valere, spiacente deludervi, ma il rispetto si insegna col rispetto, e l’educazione pure.

Come si potrebbe dunque risolvere la spinosa questione? Difficile da immaginare. Se la calma, la riflessività, la pazienza, il raziocinio, sono concetti sconosciuti, bisognerebbe provare col silenzio. Di solito funziona.