Vivere in Germania, non solo neve e freddo

Vivere in Germania non significa solo dover combattere con neve e freddo. Sotto questa spessa patina di ghiaccio si nasconde un sistema pulsante e vivo, alle volte complesso, ma comunque ben strutturato.

Cosa mi piace dello stare qui? Il fatto che anche le persone cronicamente confuse, pentite di vecchie scelte o semplicemente desiderose di cambiamenti, abbiano la possibilità di reinventarsi sotto nuove forme.

Ai tempi della mia cameretta, mi sentivo semplicemente persa, abbandonata, posta di fronte a muri enormi su cui era impossibile arrampicarsi. Avevo i titoli, avevo l’intraprendenza, avevo accumulato esperienze all’estero, eppure il mondo sembrava non accorgersi della mia esistenza.

La frustrazione del lavoro non retribuito

Ovunque cercassi di orientarmi, era sempre la stessa storia: una giungla di tirocini inconcludenti o master costosissimi, e nessun tipo di supporto esterno che mi aiutasse a decifrare i miei bisogni, le mie vere aspirazioni.

Se raccontassi a qualcuno che solo adesso ho capito che, seguire le proprie passioni e assecondare la propria indole, è la cosa più importante di tutte, mi prenderebbe per matta. Per una che non si accontenta mai, che vuole sempre di più, che non apprezza ciò che ha.

Tradotto in chiave positiva, direi piuttosto che cercare sempre novità e stimoli, è un lato prezioso che non bisogna osteggiare.

Quando hai un lavoro a tempo indeterminato, è bene tenerselo stretto, che ti piaccia oppure no. Così ci vorrebbe la società, probabilmente; ma cosa vogliamo veramente noi, ce lo chiediamo abbastanza?

Non è mai troppo tardi per cambiare

Non essendo d’accordo con l’assunto di base del produrre fino alla pensione senza farsi troppe domande, e volendo percorrere la strada della felicità a tutti i costi, ho deciso di rivolgermi a un centro del lavoro di Berlino, dove non si va per chiedere il sussidio di disoccupazione e tanti saluti (naturalmente ci sono anche quelli), ma si cerca pro-attivamente di riprendere in mano la propria vita.

A Berlino ci sono delle strutture perfette per noi sconclusionati perenni, si chiamano LernLaden, e sono solo una delle diverse possibilità offerte gratuitamente dal governo. Già dal primo incontro, ho imparato a non aver paura di dire a voce alta che ciò mi piacerebbe veramente fare e cosa mi rende insoddisfatta. Il che, per me, è una prima grande conquista.

Grazie ai consulenti di queste strutture, potrò capire qual è il modo migliore per raggiungere i miei obiettivi, ma prima di tutto, avrò un’idea più chiara di quali questi siano veramente. Il resto verrà da sé: un corso di specializzazione? Una rivoluzione totale? Una ricerca di lavoro mirata non ancora considerata?

L’ardua sentenza arriverà probabilmente l’anno prossimo, con calma, dopo aver vagliato tutte le possibili soluzioni. Nel mio contesto di origine tutto ciò sarebbe impensabile: dovrei baciare terra per il solo fatto di averlo, un impiego.

Figurarsi l’idea di abbandonare la sicurezza per dedicarsi a strade inesplorate.

La Germania mi insegna che non è mai tardi per darsi una nuova direzione, per ricominciare da capo, per rimettersi sui libri pur di svegliarsi al mattino col sorriso stampato in bocca. Il supporto non manca, perciò liberarsi da preconcetti vecchi e impolverati, che ci vorrebbero muti e chini come i topolini a lavorare, è un ottimo inizio.